Santarcangelo e Gradara con Paolo e Francesca

Santarcangelo e Gradara con Paolo e Francesca

Viaggiamo nel cuore della provincia di Rimini, a Santarcangelo e Gradara con Paolo e Francesca, la coppia di amanti sfortunati celebrata dai più struggenti versi della Commedia di Dante: La leggenda di Paolo e Francesca: un amore contesto tra Santarcangelo di Romagna e Gradara. Ma dove avvenne la scoperta del tradimento e la crudele uccisione dei due? Due sono infatti le diverse tradizioni che fanno da sfondo al delitto passionale più famoso della poesia: mentre infatti gran parte degli studiosi colloca il fatto a Gradara, alcuni pensano invece che la cornice possa invece essere stata Santarcangelo di Romagna. È possibile che non ne avremo mai la certezza… Ma quanto fascino nei borghi medievali!

Santarcangelo di Romagna: gioiello di storia e cultura

Abbarbicato sulla cima del Monte Giove, una piccola altura nell’immediato entroterra di Rimini, Santarcangelo è uno dei borghi più suggestivi e meno noti di tutta la Romagna. Domina il borgo la trecentesca rocca malatestiana, antica residenza patrizia in cui la leggenda – o una delle leggende – colloca l’uccisione dei celebri amanti della Commedia, Paolo e Francesca. Lungo le mura sorge lo sferisterio, dove un tempo si giocava il gioco del pallone col bracciale, la collegiata della Beata Vergine del Rosario, in cui trova luogo un prezioso crocifisso ligneo della scuola riminese trecentesca, la pieve di San Michelangelo Arcangelo, la piazza Ganganelli, nota per il tradizionale rito dei becchi.

Il MUSAS: Museo Storico Archeologico di Santarcangelo

La storica cornice di Palazzo Cenci, tra la prima e la seconda cerchia muraria malatestiana, ospita il Museo Storico Archeologico. La sezione archeologica rivela un territorio agricolo storicamente fertile e altamente produttivo, per il quale era indispensabile un mercato, a medio ed ampio raggio, in grado di accogliere le eccedenze. Da questa necessità, parallela a quella dell’immagazzinamento e della conservazione, nacque quella di fabbricare localmente contenitori idonei al trasporto dei prodotti dell’agricoltura. Grazie poi all’abbondanza di ottime argille, di acqua e di legname, si sviluppò una proficua tradizione ceramica che, a Santarcangelo, assunse forme del tutto peculiari, tanto da determinare la nascita di un vero e proprio quartiere artigianale.
Fornaci e territorio agricolo rappresentano quindi due volti di uno stesso ambiente produttivo, tutt’ora votato alla viticoltura e alle eccellenze enogastronomiche.

San Martino: la festa dei becchi a Santarcangelo

L’11 novembre cade la festività di San Martino di Tours, soldato romano di buon cuore convertitosi al cristianesimo dopo una visione, in sogno, di Gesù. Ma a Santarcangelo, in occasione della ricorrenza di San Martino, si celebra una festa decisamente più particolare, la “festa dei becchi”, o “dei cornuti”, un rito pagano che, come è spesso accaduto, si sovrappone alla tradizione cristiana. Sotto l’arco di piazza Ganganelli vengono appese gigantesche corna, addobbate con i cordoni di maglia colorati, un tempo utilizzati per ornare i buoi. Attenzione a passarci sotto: la tradizione vuole che oscillino al passaggio delle persone tradite.

La cornice fiabesca di Gradara

Crocevia di traffici e genti, Gradara nel medioevo fu teatro dei sanguinosi scontri tra le forze del Papato e le irrequiete signorie marchigiane e romagnole. La grandiosa fortezza, simbolo del borgo, fu eretta attorno al 1150 dalla famiglia dei De Griffo. Caduti in disgrazia i De Griffo, il maniero venne affidato al condottiero dei guelfi romagnoli Malatesta da Verucchio (“Mastin Vecchio”), capostipite della dinastia dei Malatesta signori di Rimini, Cesena e Pesaro.
Fu sotto i Malatesta che vennero costruite, tra il XIII e il XIV secolo, le due cinte di mura che difendono l’abitato. Nel 1445 Galeazzo Malatesta vendette la piazzaforte di Gradara a Francesco Sforza, ma Sigismondo Pandolfo Malatesta, valente condottiero, si rifiutò di consegnargliela e resistette all’assedio che lo Sforza gli mosse contro. Il dominio della dinastia malatestiana su Gradara terminò nel 1463, quando Sigismondo dovette arrendersi al potente Federico da Montefeltro. La fortezza e il borgo divennero proprietà degli Sforza di Pesaro, alleati della Chiesa.

Secondo la leggenda – alternativa a quella di Santarcangelo – la fortezza di Gradara fece da sfondo allo sfortunato amore tra Paolo e Francesca. Intorno al 1275 Guido da Polenta, signore di Ravenna, diede in sposa la figlia Francesca al suo alleato Gianciotto Malatesta, signore di Rimini, il quale, al momento di presentarsi a Francesca, fece l’errore di mandare al suo posto il bel fratello Paolo. Fu un colpo di fulmine e i due si innamorarono: Gianciotto, avvisato da un servitore, li colse in flagrante e li uccise.


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