Il sito archeologico di Efeso (patrimonio dell'UNESCO).

Dove finisce l’Europa e inizia l’Asia, lì si trova la Turchia. La sua posizione privilegiata tra il Mediterraneo e il Mar Nero l’ha resa nei millenni un autentico ponte per il passaggio in Oriente. La Turchia offre mille opportunità di visita: dalle storiche Istanbul e Ankara alle animate Smirne e Antalya, passando per i misteriosi paesaggi dell’entroterra anatolico. I meravigliosi siti archeologici della costa ionica, gli affascinanti “camini delle fate” della Cappadocia e le vette più alte della catena del Tauro lasceranno ai viaggiatori una profonda consapevolezza della ricchezza di questa terra, tutta da scoprire (o riscoprire).

Lo spettacolare patrimonio archeologico, in un paesaggio da sogno

Dall’antica città portuale di Efeso alla mole dorata della cupola bizantina di Santa Sofia a Istanbul, in Turchia è possibile far esperienza di alcuni dei più bei siti archeologici del Mediterraneo. Imperi leggendari – romano, bizantino, ottomano – vi hanno lasciato la loro impronta, lungo la rotta di quell’impressionante cammino verso Oriente che è la Via della Seta. Ma non è tutto: in nessun altro luogo il patrimonio archeologico è immerso in un paesaggio del fascino degli uliveti dell’Egeo, della steppa orientale, delle particolarissime formazioni rocciose della Cappadocia, dei pascoli di alta quota dei monti Kaçkar.

Dopo tanta cultura, un meritato relax

La Turchia è una destinazione all’altezza di ogni aspettativa, e offre un ampio ventaglio di opportunità, dalle attività avventurose all’aria aperta agli sport acquatici come il windsurf, il rafting e il canyoning nelle gole di montagna o il kayak tra le rovine sommerse di Kekova, fino alle romantiche crociere in caicco (gület) sul Mediterraneo e sull’Egeo o un emozionante tour in mongolfiera sulla Cappadocia. Gli amanti del trekking potranno provare la magnifica esperienza della Lycian Way (aka “Likya Yolu”), un percorso di 400 chilometri – ancora relativamente poco noto – sul quale si può scegliere anche di campeggiare.

Nelle città, tra un museo e l’altro, potrete provare una cooking class, un hamam o esplorare le deliziose specialità turche, che vanno dal meze della cucina levantina al kebap piccante dell’Anatolia, dalla dolcissima baklava all’onnipresente çay.

Da non perdere

Le città

  • Istanbul (patrimonio dell’UNESCO)
  • Ankara
  • Smirne
  • Antalya
  • Safranbolu (patrimonio dell’UNESCO)
  • Kayseri
  • Bodrum
  • Konya
  • Samsun

I siti archeologici (patrimonio dell’UNESCO)

  • Troia
  • Pergamo
  • Efeso
  • Afrodisia
  • Hierapolis-Pamukkale
  • Göbekli Tepe
  • Ḫattuša
  • Xanthos e Letoon
  • Parco Nazionale di Göreme e siti rupestri della Cappadocia
  • Nemrut Dağı
  • Çatal Hüyük
  • Fortezza Diyarbakır e giardini Hevsel
  • Ani

I musei

  • Museo archeologico (Istanbul)
  • Museo dell’Oriente antico (Istanbul)
  • Padiglione della Ceramica (Istanbul)
  • Museo Topkapi (Istanbul)
  • Museo delle arti turche e islamiche (Istanbul)
  • Museo Ayastofya (Istanbul)
  • Museo delle Civiltà anatoliche (Ankara)
  • Museo di Antalya
  • Museo di archeologia subacquea (Bodrum)
  • Museo archeologico (Smirne)
  • Museo Mevlana (Konya)
  • Museo archeologico ed etnografico (Samsun)
  • Museo di Efeso (Selçuk)

Cosa vedere

Istanbul, in equilibrio tra Europa e Asia

Il clima europeo e insieme asiatico è la vera peculiarità di Istanbul, la più grande città della Turchia situata sul celebre stretto del Bosforo, a controllo delle rotte tra il mar Nero e l’Egeo. Fu proprio la sua posizione strategica ad attrarre gli interessi politici ed economici di molti, fin dalla fondazione della colonia greca di Byzàntion nel VII secolo a.C. Da allora, la città passò nell’orbita del regno di Pergamo e poi dei Romani, sotto ai quali la città divenne uno dei principali snodi dell’impero. Infatti, Costantino la elesse capitale nel 330 d.C. e la rinominò Costantinopoli, inaugurando un nuovo corso per la città. La dominazione bizantina dotò la capitale di straordinari monumenti, tra i quali è possibile oggi ammirare l’obelisco di Teodosio, un obelisco egizio del faraone Tutmosi III eretto nel 388 per volere dell’imperatore  Teodosio I nell’ippodromo, o la grandiosa cisterna-basilica voluta da Giustiniano (532), un ampio ambiente sotterraneo sorretto da colonne che era servito dall’acquedotto di Valente, attivo già dal 368. Il passaggio dall’impero bizantino a quello ottomano è meravigliosamente rappresentato dalla grandiosa basilica di Santa Sofia (537), trasformata in moschea a seguito della presa di Costantinopoli e della caduta dell’impero romano d’Oriente (1453) e oggi sede del museo Ayastofya.

Tra gli edifici più emblematici della Istanbul ottomana vi è la moschea blu (XVII secolo), che deve il nome alle oltre ventimila piastrelle di ceramica azzurra che decorano le sue cupole, e il museo Topkapi, antica residenza del sultano Maometto II (1460). Si tratta di un autentico gioiello architettonico costituito da padiglioni, cortili, giardini e fontane, che oggi custodisce una variegata collezione oggetti di ogni genere e di ogni epoca. La grande moschea di Solimano il Magnifico (1557) è un altro edificio da non perdere: costruita in posizione leggermente sopraelevata, la sua grande cupola e i quattro minareti disegnano il profilo della parte occidentale della città. Una visita merita senz’altro il Gran Bazar, una vera e propria istituzione di Istanbul: vi si trovano oltre 4.000 negozi, in cui è possibile trovare ogni cosa: tappeti, arredi, ceramiche, gioielli, spezie, generi alimentari e molto altro.

Infine, il sistema del Musei archeologici di Istanbul comprende tre ricchissime collezioni. La più importante è quella del Museo Archeologico, dove si può ammirare il cosiddetto sarcofago di Alessandro Magno. Il Museo dell’Antico Oriente conserva reperti sumeri, ittiti e babilonesi, mentre il Museo di Arte islamica mostra una raccolta di mattonelle islamiche splendidamente decorate.

Ankara, una moderna capitale nel cuore dell’Anatolia

La capitale della Turchia, Ankara, sorge nel mezzo dell’altopiano anatolico. Nel 1923, quella che allora era un piccolo centro, fu proclamato capitale da Mustafa Kemal Atatürk, l’eroe della rivoluzione e padre della nascente Nazione turca, per contrapporla all’occidentale Istanbul. Ankara oggi conta più di 5 milioni di abitanti, è una metropoli proiettata verso il futuro che, al contempo, non dimentica il proprio prestigioso passato. Nel X secolo a.C. la città era un importante insediamento dei Frigi, ai quali si sovrapposero i Galati (i Celti d’Oriente) nel III sec. a.C. e infine i Romani nel I sec. a.C. Testimonianza dello schieramento della città di Ancyra in favore delle politiche del princeps Augusto sono i cospicui frammenti dell’iscrizione con le Res Gestae (le imprese di Augusto) rinvenuti in città presso il tempio di Augusto e Roma. Sempre in area urbana, è possibile visitare anche le terme romane volute da Caracalla (212-217 d.C.), di cui si conserva lo straordinario sistema di riscaldamento costituito da pilastrini (suspensurae) che rialzavano il pavimento e permettevano all’aria calda di circolare nell’intercapedine. La visita può continuare nella Hükümet Meydani, la piazza del Governo, che ospita al suo centro la colonna di Giuliano l’Apostata, eretta nel 362 d.C. per celebrare la visita dell’imperatore alla città, e nell’Hisar, la cittadella fortificata che sorge sulla collina. Tra le sue mura si possono scorgere le case tipiche e numerose botteghe artigianali. Merita una visita anche il Museo delle Civiltà Anatoliche, un vero caposaldo per la conoscenza del patrimonio archeologico della Turchia. Qui si trovano reperti provenienti dal sito neolitico di Çatal Hüyük, come la splendida figurina della dea Madre assisa in trono, e numerosi oggetti della cultura ittita (II millennio a.C.), frigia (XII-III secolo a.C.) e della civiltà di Urartu (IX-VI secolo a.C.) La moderna Ankara si ritrova semplicemente passeggiando per i bulvari Atatürk e Gazi Mustafa Kemali, le due arterie principali della città, e osservando l’Anıtkabir, l’imponente mausoleo in stile razionalista (1953) che accoglie le spoglie del padre della Nazione.

La Cappadocia, tra le tombe ipogee e i “camini delle fate”

Nel cuore dell’Anatolia centrale, a nord della catena montuosa del Tauro e a ovest del fiume Eufrate, la Cappadocia è una regione unica, ricca di storia e di paesaggi mozzafiato. Il complesso del Parco Nazionale di Göreme e dei siti rupestri della Cappadocia (patrimonio dell’UNESCO), è lo straordinario luogo dove si ergono i famosi “camini delle fate”, formazioni vulcaniche di forma conica che hanno da sempre stimolato la fantasia dei viaggiatori. Alcuni di questi camini ospitano addirittura abitazioni, chiese bizantine e vere e proprie città sotterranee, come Derinkuyu. Da non perdere la meravigliosa chiesa oscura di Göreme, un edificio di culto dell’XI secolo scavato nella roccia, decorato da affreschi splendidamente conservati.

Ancora, il sito di Çatal Hüyük (patrimonio dell’UNESCO), mostra alcune tra le testimonianze più antiche e importanti di tutta la regione anatolica, risalenti all’VIII millennio a.C. Si tratta di un insediamento le cui abitazioni sono costruite con la tecnica “agglutinante”, per cui le singole case sono giustapposte le une alle altre. L’assenza di vie di comunicazione e di aperture a livello del terreno ha fatto pensare che gli spostamenti avvenissero attraverso i tetti.

Efeso e Pergamo, lo splendore classico

Efeso è il principale sito della regione ionica, patrimonio dell’UNESCO. L’insediamento affonda le proprie radici nell’età micenea (XV-XIV secolo a.C.), e divenne uno dei principali poli di interesse da parte dei Greci all’epoca della colonizzazione dell’area ionica, nel IX sec. a.C. Efeso e le altre città costiere entrarono definitivamente nell’orbita del regno di Lidia sotto il mitico re Creso (560-546), ma furono presto soggiogate dai Persiani di Ciro nel 546 a.C. Dopo la liberazione delle città asiatiche a seguito delle guerre persiane, Efeso vide una seconda emancipazione dal dominio achemenide a opera di Alessandro Magno nel 334 a.C. Il controllo della città da parte del regno di Pergamo e poi del Ponto (III-I sec. a.C.) terminò nel 63 a.C., quando l’area ionica fu finalmente annessa all’impero romano ed Efeso proclamata capitale della provincia Asia. Nel sito si conservano così importantissime testimonianze archeologiche greco-romane, prime tra tutte il cd. Teatro Grande, che poteva accogliere più di 25.000 spettatori, e la splendida biblioteca di Celso, eretta tra il 100 e il 135 d.C. dal console romano Giulio Aquila per onorare il padre Celso, che era stato governatore della provincia. Del grandioso tempio ionico di Artemide (Artemision), ricostruito nel IV sec. a.C. e considerato dagli antichi una delle Sette Meraviglie del mondo, rimane ormai poco, ma passeggiare tra le sue rovine è sicuramente di grande suggestione.

Pergamo, nell’antica Misia (patrimonio dell’UNESCO), è la grande protagonista culturale dell’età greco-ellenistica. Il regno che qui aveva la sua capitale fu governato dalla lungimirante dinastia degli Attalidi (230-133 a.C.), artefici della progettazione della città. Questo peculiare tipo di urbanistica, definita per l’appunto “pergamena”, prevedeva la costruzione degli edifici pubblici e delle piazze monumentali su più terrazze, che superassero in maniera scenografica il dislivello naturale della rocca. Il fascino di Pergamo stava proprio nella sensazione di ascensione che il visitatore doveva provare nel raggiungere la vetta urbanistica della città. Il suo antico splendore rivive nel tempio di Traiano sull’acropoli (II sec. d.C.), nel santuario di Esculapio e nel grande teatro a strapiombo, realizzato tagliando il fianco dello sperone roccioso su cui si imposta la parte alta della città, che poteva ospitare fino a 10.000 spettatori. Il celebre altare del tempio di Zeus e Atena (II sec. a.C.), capolavoro dell’arte tardo-ellenistica ed esempio di stile “barocco pergameno”, fu smontato e trasportato fino a Berlino alla fine dell’Ottocento, dove è ancora custodito all’interno del Pergamonmuseum.

Afrodisia e Hierapolis, il potere romano nell’entroterra

Afrodisia (patrimonio dell’UNESCO) è uno splendido sito archeologico dell’entroterra, capoluogo della regione della Caria. Il sito subì un notevole impulso economico e culturale in età romana, come suggeriscono i numerosi monumenti che sono giunti fino ai giorni nostri. Il nome della rimanda al culto, qui molto vivo, della dea Afrodite, che si svolgeva nel tempio (I sec. a.C.) a lei dedicato. Questo fu successivamente trasformato alla fine del V secolo, in chiesa bizantina. Ad Afrodisia si possono ammirare anche il Sebasteion, l’edificio del culto imperiale del I sec. d.C., il Tetrapylon, un’originale costruzione quadrangolare sorretta da colonne che monumentalizzava l’incrocio delle strade principali, e il gigantesco stadio, dove si svolgevano le corse con i carri e altri giochi sportivi. Da non perdere il grande teatro finanziato dal benefattore Zoilo (I sec. d.C.) e l’odeion (teatro coperto), entrambi ben conservati.

Il sito di Hierapolis e Pamukkale (patrimonio dell’UNESCO), è un’area archeologica e naturalistica. Le vestigia dell’antica città ellenistico-romana di Hierapolis si trovano nel parco naturale di Pamukkale, che in turco significa “castello di cotone”. Le sorgenti calde di acqua termale hanno infatti creato, nel tempo, splendide concrezioni calcaree bianche che ricordano un paesaggio perennemente ghiacciato. I resti archeologici più importanti della città di Hierapolis sono il grande teatro, di cui si conserva il raffinato fronte-scena, la strada principale (plateia), con la porta di Frontino (inizi del II sec. d.C.), e il cd. Martyrion di San Filippo (V sec. d.C.), posto sulle pendici della collina.

Ḫattuša, la capitale degli Ittiti

Ḫattuša (patrimonio dell’UNESCO), facilmente raggiungibile da Ankara, è il principale sito archeologico per la conoscenza dell’Anatolia del II millennio a.C. La città fu infatti l’epicentro dello sviluppo culturale degli Ittiti, la più importante civiltà anatolica dell’età del Bronzo. L’impero ittita ebbe frequenti contatti con le principali potenze della vicina Mesopotamia, tra le quali gli Assiri e i Babilonesi, oltre che con l’Egitto. Questi incontri (e scontri) favorirono l’emergere di Ḫattuša come grande capitale dell’Anatolia. La città alta era cinta da poderose fortificazioni in pietra, intervallate da diversi accessi. Straordinaria la cd. porta dei Leoni, fiancheggiata da due grandi sculture di felini che sorvegliano l’ingresso e che incutono timore ancora oggi a chi la attraversa. Nel sito di Ḫattuša si trova anche il palazzo del sovrano e numerosi templi (più di trenta!), il meglio conservato dei quali è dedicato al dio della Tempesta e al dio del Sole.

Nemrut Dağı, la montagna del re

Spingendosi ancora più a est, tra i massicci del Tauro Armeno, si incontra la cima del Nemrut Dağı, la montagna più alta della Mesopotamia settentrionale (patrimonio dell’UNESCO in quanto ospita il grandioso mausoleo di Antioco I di Commagene, 69-36 a.C.). La particolarità del sito sono le spettacolari teste colossali in pietra, alte tra gli 8 e i 10 metri, che decoravano le sue tre terrazze artificiali, sostenute da mura ciclopiche e disposte su tre lati, che incorniciavano il sepolcro vero e proprio del sovrano, posto al centro. La terrazza nord era destinata ad accogliere i pellegrini e conserva due statue che raffigurano un leone e un’aquila. Nella terrazza est e in quella ovest, speculari tra loro, si trovano enormi sculture del sovrano e di altre divinità, oltre a splendide decorazioni in bassorilievo.

Esperienze indimenticabili

La città sommersa nell'isola di Kekova e l'antica Licia

Kekova Turchia
Le rovine sommerse nelle acque cristalline di Kekova.

Poco lontano dal confine orientale della Grecia, nell’antica Licia, un piccolo arcipelago al largo del borgo di Üçağiz nasconde uno scrigno di storia e natura. I fondali dell’isola di Kekova ospitano un’incredibile patrimonio di archeologia subacquea, le cui rovine sono ben visibili se si raggiungono in barca o kayak. A Üçağiz, l’antica Teimiussa, sede del porto turistico, qui e là sulla collina spuntano i sarcofagi appartenuti ad antiche tombe licie, alcuni dei quali emergono addirittura dal pelo dell’acqua. Poco lontano, nel villaggio di Kaleköy si trovano le rovine dell’antica Simena, dominate dai resti della fortezza bizantina e medievale abbarbicata sul colle soprastante. A una trentina di chilometri, Demre, dove in epoca romana sorgeva la città di Myra, di cui fu vescovo il ben noto san Nicola. Affascinanti le sue rovine, con la necropoli rupestre le cui tombe, scolpite nella roccia, hanno facciate simili a quelle delle abitazioni, e il teatro, molto ben conservato.

Turchia nel piatto

cibo gastronomia turca
La ricca gastronomia turca.

La cucina turca è una delle più ricche e varie al mondo, anche se in Occidente è conosciuta soprattutto per il döner kebab! La posizione unica della Turchia, crocevia tra Europa, Asia e Oriente, unita alla migrazione dei turchi dall’Asia centrale all’Europa, ha plasmato nei secoli l’identità della sua gastronomia. D’altra parte, la grande biodiversità del Paese ha contribuito a creare una grande varietà di cucine regionali.

La cucina della Turchia occidentale e dell’Egeo è fortemente influenzata dall’eredità della corte ottomana e della cucina greca, e mostra una preferenza per il riso rispetto al bulgur, e un minore uso di spezie rispetto ad altre cucine regionali turche. Per contro, pesce fresco e frutti di mare sono abbondanti, e si gustano in qualsiasi stagione. I piatti caratteristici di questa regione sono i dolma, involtini di foglie di vite cotte in olio di oliva e farciti poi con riso, spezie e limone, i sarma, ripieni solo di riso e i midye dolma, cozze fritte ripiene di riso.

La cucina del Mar Nero è anch’essa basata sui prodotti del mare, e trova somiglianze, grazie all’eredità ottomana, nei Balcani e nelle cucine del mondo slavo, come la çorba, una zuppa saporita e sostanziosa, in particolare a base di lenticchie rosse, le köfte, polpette di carne macinata – spesso agnello –  con spezie, cipolle, verdure e uova, arrosto, al vapore o fritte o nella versione çiğ köfçiğte, macinato/battuto di carne cruda, il börek, pasta sfoglia o pasta fillo (yufka) ripiena di formaggio, carne o verdure, il türlü, una ratatuille di verdure cucinate con olio, aglio e pomodoro, spesso servita con il bulgur di accompagnamento.

La cucina anatolica e del sud-est della Turchia è nota per i suoi kebab (carne alla griglia), le spezie e i dolci. Simili ai nostri tortellini, i mantı sono ravioli ripieni di carne, prezzemolo e cipolle che vengono generalmente conditi con una salsa a base di aglio, burro fuso, yogurt e spezie e consumati generalmente nei giorni di festa. A base di melanzana, i karnıyarık, melanzane ripiene di aglio, prezzemolo, carne macinata, pomodori e peperoni, l’imam bayildi, melanzane farcite con cipolle, aglio, olio, prezzemolo.

Steet food per eccellenza, il lahmacun, la “pizza alla turca”, con diversi ingredienti (carne e verdure) su una base di pasta molto fine, che si trova in versione normale o piccante, spesso servito con l’ayran, una bevanda a base di yogurt, e il kebab, di cui la Turchia vanta oltre 50 varietà, fatte con diversi tipi di carne, verdure o differenti metodi di preparazione. Fra le varianti più note il döner kebab (agnello, pecora, pollo o manzo cotte nello spiedo e servite in un panino con verdure, cipolle e salsa allo yogurt) e il durum kebab (con la carne servita in una pita arrotolata). In Cappadocia è possibile assaggiare il testi kebab (pottery kebab), carne condita con pomodoro, cipolle e verdure, cotta alla brace in piccole anfore chiuse da una crosta di pane.

Tra le varianti regionali di specialità, tre elementi sono ricorrenti in un pasto tradizionale turco: lo yoğurt, usato in combinazione con piatti salati, il tè (çay), generalmente tè nero amaro, servito in un bicchiere tipico (çay bardağı), e il caffè turco (türk kahvesi), di cui bisogna specificare in anticipo la quantità di zucchero desiderata: mai fare l’errore di mescolarlo, perché sol fondo si forma la posa che non va bevuta, ma tradizionalmente usata per l’interpretazione del futuro.

Pillole di storia

L’Anatolia è una delle culle della civiltà. Tra il dal 7400 e il 5700 a.C. fu attiva  Çatal Höyük, uno degli insediamenti di tipo urbano più antichi al mondo, risalente al Neolitico. Con il regno degli Ittiti (II millennio a.C.) la Turchia entrò nella storia, grazie alla grande quantità tavolette d’argilla (recuperate principalmente nella capitale Ḫattuša), entrando poi nell’epica in una data tra il 1250 e il 1184 a.C., quando gli Achei attaccano i siti della costa egea, con la guerra contro la città di Troia (situata sulla collina di Hissarlik). Nei secoli successivi l’Anatolia divenne un grande crogiolo di razze: Frigi, Cimmeri, Mesi, Lidi, Greci, Carii, Urartei, Galati e Persiani; con Alessandro Magno la regione viene conquistata, ed entra nella sfera culturale dell’ellenismo, da cui nacque il Regno di Pergamo, fondato da Filetero agli inizi del III sec. a.C. e retto dalla dinastia degli Attalidi. Nel 133 a.C. Attalo III, ultimo sovrano pergameno, lasciò alla sua morte il regno in eredità ai Romani, e da quell’anno, non senza difficoltà, Pergamo divenne la provincia romana d’Asia, con Efeso capitale e Antiochia (Antakya), Cesarea (Kayseri) e Pergamo (Bergama) metropoli potenti e celebri.

L’impero bizantino (330-1453 d.C.), costola orientale dell’impero romano, duro oltre mille anni, con capitale Costantinopoli (ex Bisanzio), vera e propria metropoli dell’antichità sottoposta per secoli alla minaccia musulmana: nel VII secolo gli Arabi attaccarono Costantinopoli per la prima volta, poi fu la volta dei turchi Selgiuchidi e infine, nel 1453, l’impero ottomano (fondato nel 1299 da Osman I) la fece capitolare. Espugnata Costantinopoli, gli ottomani conquistarono via via, la Siria, l’Egitto, i Balcani, l’Iraq, l’Ungheria e il Nordafrica, diventando uno degli imperi più vasti di tutti i tempi.

L’impero ottomano, con capitale Istanbul (ex Costantinopoli) durò oltre sei secoli, entrando però in una fase di profonda crisi e disgregazione nella seconda metà del XIX secolo. La sua definitiva fine si data alla Grande guerra, dopo la quale, nel 1919, scoppiò la guerra d’indipendenza guidata dal generale Mustafà Kemal (Atatürk, “padre dei turchi”), che nel 1923 proclamò la Repubblica con capitale Ankara. Atatürk iniziò un processo di occidentalizzazione e secolarizzazione del Paese: abolì la poligamia, concesse il diritto di voto alle donne, abolì la teocrazia islamica, introdusse l’uso dell’alfabeto latino. La democrazia venne minacciata da tre colpi di stato nel 1960, nel 1971 e nel 1980. Alla fine degli anni Novanta divenne evidente la questione dell’indipendentismo dei curdi, sistematicamente oppressi dalle autorità turche, nella figura Abdullah Öcalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK).

In controtendenza rispetto all’originario progetto di occidentalizzazione e secolarizzazione promosso da Atatürk, nell’ultimo ventennio la Turchia ha conosciuto una significativa rinascita di tendenze islamizzanti, soprattutto sul piano sociale e culturale, con significativi effetti a livello politico. Tale processo si è verificato in concomitanza con la salita al potere, nel 2002, del partito AKP (Partito della Gustizia e lo Sviluppo), con a capo Recep Tayyip Erdogan, ancora – discusso – presidente turco.

A chi consigliamo il viaggio

La Turchia è un grande paese, ricchissimo di storia, che appagherà gli amanti del turismo culturale ma anche coloro che vorranno concedersi un long week-end nella meravigliosa cornice di Istanbul.

Insolite proposte di lettura, per prepararsi al viaggio

  • The Passenger Turchia (Iperborea, 2020)
  • L’assassino dalla città delle albicocche, di Witold Szabłowski (Keller, 2019)

Pellicole d’autore, del grande cinema turco

  • L’albero dei frutti selvatici, di Nuri Bilge Ceylan (Turchia, Francia, 2018)
  • Il regno d’inverno – Winter Sleep, di Nuri Bilge Ceylan (Turchia, Francia, Germania, 2014)
  • Frenzy, di di Emin Alper (Turchia, Francia, Qatar, 2015)
  • Muffa, di Ali Aydin (Turchia, Germania, 2012)
  • La sposa turca, di Fatih Akin (Germania, 2004).
  • Il viaggio della speranza, di Xavier Koller (Svizzera, Turchia, Russia, 1990)
  • Yol, di Yilmaz Güney e Serif Gören (Turchia, 1982)

Informazioni utili

Documenti necessari per passeggeri italiani

Per viaggiare in Turchia è necessario il passaporto o la carta d’identità valida per l’espatrio. È consentito l’ingresso anche con la sola carta di identità valida per l’espatrio, cartacea o elettronica, in condizioni di perfetta integrità e con una validità residua di almeno 5 mesi, per coloro che:
– entrano in Turchia attraverso tutte le frontiere, per via aerea e marittima;
– entrano in Turchia, dal confine greco e bulgaro, per via ferroviaria e per via terra.

L’ingresso per motivi turistici è consentito per un periodo massimo di 90 giorni nell’arco di 180 giorni. Non si richiede in questo caso un visto.

Vaccinazioni e situazione sanitaria

In linea generale, la situazione sanitaria del Paese può definirsi soddisfacente, anche se si registrano carenze nelle infrastrutture; alcuni ospedali pubblici non sono in buono stato mentre risultano di miglior livello le cliniche private.

Si raccomanda, comunque, sempre di:

– bere solo acqua e bibite in bottiglia senza aggiunta di ghiaccio, di non mangiare cibo crudo e carne macinata e di lavare e disinfettare sempre frutta e verdura prima del consumo.

– stipulare prima della partenza una polizza assicurativa che preveda la copertura delle spese mediche e l’eventuale rimpatrio aereo sanitario (o il trasferimento in altro Paese) del paziente.

– portare con sé particolari o importanti medicinali personali che potrebbero non essere reperibili in loco.

Fuso orario

+ 1 rispetto all’Italia durante il periodo estivo e + 2 durante il periodo invernale.

Quando andare

Il clima ad Ankara è continentale. L’inverno è rigido con neve, ghiaccio e temperature che arrivano fino a -10° C; l’estate è calda-secca con temperature sui 30-40° C e forti escursioni termiche tra il giorno e la notte (l’altitudine è di 900 metri). A Istanbul l’estate è caldo-umida e gli inverni sono umidi e piovosi; Izmir e Antalya hanno un clima mediterraneo con inverni miti ed estati molto calde. Il clima sulla costa del Mar Nero è sempre piovoso. La temperatura nella zona del sud-est è particolarmente elevata da giugno fino a ottobre.

Moneta

Lira Turca.

Lingua

Turco.

Religione

Prevalente la musulmana. Presente un limitatissimo numero di cittadini di religione cristiano ortodossa, cattolica, protestante ed ebraica.

Telefono

Prefisso per l’Italia: 0039
Prefisso dall’Italia: 0090
La rete GSM copre quasi tutto il Paese. La rete GSM 1800 funziona nei dintorni di Istanbul, nella regione costiera del Mar Nero, nonché lungo la costa sud, nei dintorni di Antalya.

Come muoversi

Per chi intende affittare un auto: si può circolare con la patente italiana. Un veicolo con targa italiana deve avere la copertura assicurativa della Carta verde, che deve includere tutta la Turchia. Chi è sprovvisto di polizza di assicurazione straniera valida per l’intera Turchia, deve sottoscrivere una polizza a breve termine.

Elettricità

Tensione: 230 V
Frequenza: 50 Hz
La presa utilizzata è di tipo C, F.

Ultimo aggiornamento: 31 dicembre 2020. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti consultare sempre il sito Viaggiare Sicuri.

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